- Idee
- 30/11/2024
- Daniele Catozzella

INTRO: Seconda puntata podcast dedicata al nuovo regolamento europeo e alle notizie positive per i genitori. Insieme a Valentina Colucci, psicologa e psicoterapeuta, proviamo a comprendere meglio l’impatto dei dark pattern (percorsi oscuri), le strategie di design online in grado di condizionare il comportamento dei minori e per questo vietati.
E’ un termine poco comprensibile, questo è certo, sia nella versione inglese “dark pattern” sia in quella italiana “percorsi oscuri“.
Il Garante della Privacy li definisce come:
modelli di progettazione ingannevoli che mirano a influenzare il nostro comportamento e possono ostacolare la capacità di proteggere efficacemente i nostri dati personali.
In modo ancora più diretto potremmo dire:
sistemi progettati per manipolare, influenzare il nostro comportamento senza che ce ne accorgiamo
Non sono un’invenzione di internet, li incontriamo online ma anche offline, ma online sono ancora più dark, ancora più oscuri.
Ne ho parlato con Valentina Colucci, psicologa e psicoterapeuta con la quale avevamo chiacchierato intorno al fenomeno delle challenge di TikTok e che intanto è diventata anche scrittrice (la trovi qui).
Per saperne di più ascolta il podcast o leggi la trascrizione qui sotto.
Il divieto dei dark pattern per minori. Il podcast.
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La trascrizione del podcast
Ciao a tutti e bentornati ad un nuovo podcast di educaredigitale.it!
Continua l’approfondimento sul Digital Services Act, questo regolamento che responsabilizza le grandi piattaforme digitali perché rispettino i diritti dei minori e si comportino molto meglio con loro rispetto a come è andata negli anni passati.
È un regolamento che sta già facendo storia come abbiamo raccontato nel podcast precedente e oggi ne parlo con la mia cara amica, nonché psicologa e psicoterapeuta, Valentina Colucci che molti di voi ricorderanno.
Nel 2021, infatti, abbiamo conversato insieme su quello che era il destino dei social e, tra l’altro, proprio in quella conversazione che raccontava di una challenge di TikTok finita in un modo drammatico, ci confrontavamo sulle difficoltà che stavamo osservando del mondo connesso in relazione ai minori.
Criticità che il Digital Services Act, finalmente, sembra voler risolvere.
– Ciao Valentina, come stai? –
– Ciao Daniele, grazie, sto bene in questa grigia Padova, di corsa ma davvero bene grazie! –
Cosa sono i dark pattern (percorsi oscuri)
– E’ bello vederci vestiti in maniera completamente diversa qui a Taranto praticamente un’altra giornata di mare, sembra un po’, non so la Miami di Italia!
Grazie davvero per essere qui, so che c’è qualcosa che ti ha colpito, dopo il mio ultimo podcast sul Digital Services Act , in particolare il divieto dei percorsi oscuri,i dark pattern. Si tratta di quegli elementi che, seppur così strani nel nome, fanno parte della nostra quotidianità non solo online ma anche, semplicemente, nella pubblicità e nei negozi. Sono in effetti dei meccanismi, delle tattiche di design delle piattaforme che cercano di tenerci maggiormente dentro ad una piattaforma online e a convincerci, a spingerci, a svolgere delle azioni in modo inconsapevole
Esistono diversi esempi, mi vengono subito in mente, ad esempio, i continui messaggi popup nei siti che ci invitano ad iscriverci a qualche servizio o che continuamente provano a trasmetterci una falsa urgenza come: “mancano pochi posti iscriviti ora” o anche “prenota adesso ultimi posti”.
Sono poi tante le esperienze di percorsi oscuri /dark pattern di design che spesso ci rendono così difficile disiscriverci da un servizio o da una piattaforma con tanti passaggi o bottoni di dimensioni sempre più piccoli che aumentano una difficoltà per nulla presente in fase di iscrizione che è sempre così rapida e veloce.
A questo punto, però, mi fermo qui perché so che tu hai vissuto recentemente un’esperienza con un dark pattern proprio pochi giorni fa insieme alle tue figlie –
I dark pattern (percorsi oscuri) e i circuiti di manipolazione emotiva.
– Sì Daniele infatti, quando ho ascoltato il tuo podcast mi è venuto in mente proprio questa esperienza davvero faticosa, devo dire il termine giusto è proprio la fatica, che ho provato nel cercare poi di, come dire, riparare a quest’esperienza. Le mie bambine hanno 7 e 10 anni e come tutte le bambine della loro età spesso utilizzano una nota piattaforma di lingua per imparare meglio la pronuncia.
Una domenica pomeriggio eravamo tutti insieme a passare del tempo, del tempo di qualità in famiglia, eravamo sul tappetone di casa quando arriva una mail mentre telefonavamo alla nonna (920 km di distanza). Insomma eravamo in chiamata con la nonna e le bambine hanno visto che è arrivata una mail appunto, sul mio account, e quindi l’hanno vista dal menù a tendina mentre chiamavamo ed era questa nota piattaforma di lingua che diceva “ sono triste non ti vedo da un po’ di giorni”, insomma un messaggio di tipo emotivo.
cosa è successo mi hanno chiesto?
Così le mie bambine, in particolare la più piccola, mi hanno chiesto cosa è successo? Lei si è subito attivata per poi procedere con il voler chiudere la chiamata con la nonna e a dire, guarda nonna dobbiamo chiudere perché ci ha chiamato questa piattaforma, perché da un po’ che non ci colleghiamo e dobbiamo farlo quindi.
Sono rimasta davvero molto colpita da questa cosa perché ha interrotto, come dire, ciò che stavamo facendo davvero di molto piacevole e così, insomma, con il papà abbiamo dovuto spiegare un po’ di cose alle nostre bambine rispetto a questa comunicazione di tipo emotivo che era stata attivata.
Questa che ho vissuto è assolutamente una delle tante esperienze che ciascuno di noi conosce e che riguardano, da un certo punto di vista, questi percorsi oscuri all’interno delle piattaforme.
Siamo circondati da macchine o meglio da progettisti di piattaforme che ci ricordano “che sono tristi oppure non ci vogliono vedere andar via”, sembrano cose, come dire, molto leggere in realtà ma possono avere un effetto molto importante non soltanto su noi adulti ma anche e soprattutto sui minori.
Penso che sia questo il motivo per cui l’Europa ha deciso di vietarli: gli effetti di questo tipo di messaggi tipo gli effetti sono tanti e credo che si debba raccontare a tutti i bambini a tutti gli adolescenti di questi circuiti di manipolazione emotiva di tipo comunicativo.
Questi messaggi a sfondo emotivo attivano il circuito dell’empatia che di per sé è un circuito assolutamente sano, un’emozione sana che arriva nella vita di tutti i giorni e che ci permette di mettere in atto dei comportamenti per stare in relazione con l’altro, per capirlo. Un circuito sano finché c’è una certa anche bidirezionalità per cui io empatizzo con te domani tu empatizzi con me in una sorta di danza empatica in cui entrambi i ballerini fluttuano l’uno verso l’altro; questo accade nella vita di tutti i giorni e per fortuna accade ancora. Qui invece, come dire, c’è un messaggio di tipo emotivo, come quello attivato da questa piattaforma in un processo di tipo unilaterale in cui, soprattutto, c’è una intenzionalità unilaterale da parte della piattaforma che ha l’obiettivo di modificare il comportamento del bambino o dell’adolescente come anche dell’adulto.
Questa modalità mira a controllare e influenzare le emozioni, i pensieri o i comportamenti dell’interlocutore, senza però dichiarare esplicitamente le proprie intenzioni, anzi, spesso nascondendole con lusinghe o gesti accoglienti.
Inoltre è uno stile di comunicazione di tipo passivo aggressivo in cui non è chiaramente esplicitata la volontà ma si veicola un messaggio sotto soglia in questo caso dato dallo stato d’animo della piattaforma e sinceramente a parlare di stati d’animo di una piattaforma mi sento anche in imbarazzo.
Chi subisce manipolazione emotiva può provare insicurezza e confusione , arrivando perfino a mettere in dubbio la propria credibilità. Di seguito alcuni esempi di espressioni manipolatorie: “Se non fai come ti ho suggerito, ci resto molto male” oppure “ mi sento triste se tu fai questo a me”
Tu facevi degli esempi, Daniele, come “ultimi posti liberi” che dimostrano come anche l’adulto è fortemente influenzato da questi meccanismi, da questi percorsi oscuri, ed infatti nella storia che raccontavo all’inizio effettivamente la notifica del “mi manchi” della piattaforma ha effettivamente modificato, per poco, lo stile del momento che stavamo vivendo in famiglia. Credo che qualcosa andrebbe fatta per far comprendere l’impatto di questi meccanismi, Daniele.
– Beh sicuramente, per quella che è la mia esperienza, c’è molta difficoltà nel comprendere questi fenomeni ma soprattutto a comprendere perché me ne dovrei occupare come genitore. In generale sul digitale ci sono tante difficoltà per noi genitori nell’affrontarlo mentre è già molto presente nella quotidianità di ragazzi e ragazze.
Penso che il tema dei percorsi oscuri (dark pattern) sia importante soprattutto in una prospettiva futura in cui, a quanto abbiamo ormai compreso, ci saranno delle macchine, dei robot, piccoli e grandi un po’ come gli assistenti vocali che ci sono oggi con i quali i nostri figli avranno modo di interloquire costantemente e sarebbe, quindi, importante riuscire ad educarli a questo tipo di relazione, di comunicazione, ricordando che dall’altra parte c’è una macchina e che questa macchina è soggetta a logiche di design che possono modificare, come manipolare un rapporto empatico. Per questo è significativo che il Digital Services Act intervenga su questo tema direttamente su chi lo progetta, le piattaforme, evidenziando la loro responsabilità.
Il divieto dei dark pattern per minori nel Digital Services Act
Intanto abbiamo la necessità di educare i nostri ragazzi e le nostre ragazze a questi aspetti, a questa relazione in fase evoluzione come le macchine sempre più “intelligenti” . Capire come possiamo raccontare nel modo più efficace -”guarda che non c’è, comunque, una persona dall’altra parte, questo significa qualcosa per te nel momento in cui vivi questa esperienza e deve deve farti tenere alta l’attenzione” .
Non facile ma, sicuramente, nel momento in cui il Digital Services Act prenderà piede non saranno più progettati questi percorsi oscuri (dark pattern) per i minori e ci sarà più spazio per l’educazione ed è quello che sto provando a raccontare in questi podcast sulle novità per i genitori del Digital Services Act.
Non so come la vedi tu su questo, Valentina, se come me trovi un po’ di positività rispetto a quello che sta succedendo?
– Sì, assolutamente, infatti ti ho scritto subito dopo l’ascolto del tuo podcast entusiasta. Vorrei evidenziare in questo spazio che mi dedichi Daniele, di cui ti ringrazio, il fatto che temo che bambini e bambine si, come dire, possano abituare a questo tipo di controllo emotivo, perché è un vero e proprio controllo delle emozioni. Cioè, ti mando dei messaggi a sfondo emotivo per, in qualche modo cambiare, controllare, il tuo comportamento. Un tipo di comunicazione che, torno a ripetere, dal mio punto di vista è una vera e propria manipolazione comunicativa a sfondo emotivo che possono condizionare chi è più fragile, più sensibile al tema della manipolazione fuori da casa fuori dalla piattaforma e quindi possono in qualche modo anche arrivare a cadere in trappole di manipolazione comunicativa del compagno piuttosto che dell’adulto e che mira in qualche modo al controllo del comportamento del bambino attraverso queste strategie comunicative.
Quindi, per concludere, temo che possa esserci un mancato rispetto dell’autenticità del comportamento, dell’emozione del bambino e che possa estendersi anche nell’ambiente di vita quotidiana. Non so se sono stata chiara.
– Sì, sì, assolutamente. Sono un po’ le preoccupazioni che abbiamo un po’ tutti soprattutto quando incontriamo, tu incontri molti ragazzi e ragazze molto più di me, ultimamente molti adolescenti che vivono delle esperienze in rete che hanno un impatto concreto nella vita di tutti i giorni.
La speranza, personalmente, è che le nuove generazioni, quelle che adesso sono nella fascia di età dell’infanzia e che probabilmente vivranno di più queste nuove rivoluzioni del Digital Services Act possano crescere all’interno di contesti educativi più forti rispetto all’impatto del digitale.
Grazie, Valentina, intanto come sempre educaredigitale.it è sempre aperto quindi in qualunque momento vuoi venire a farci visita ne sono felice perché, come sempre dico riuscire ad educare al digitale significa soprattutto collaborare insieme tra professionisti di aree differenti e la prospettiva che tu ci hai dato oggi, che è una prospettiva appunto psicologica sui percorsi oscuri (dark pattern) è sicuramente un qualcosa che arricchisce anche me che fino in fondo non ho ben chiaro tutte le tecniche e tutti i significati della manipolazione ma ho la responsabilità di essere al fianco dei genitori.
– Grazie Daniele, a presto –
Che ne pensate di questa novità sui dark pattern e il futuro della nostra vita online in famiglia?
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Se non lo hai ancora fatto fai un giro in un mondo virtuale per visitare la mostra con cui ho festeggiato il compleanno del blo qualche tempo fa, seguendo questo link.
Se invece lo smartphone è un problema in famiglia prova, e raccontami come è andata, il Generatore di regole per lo smartphone🙂
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