- Strumenti pratici
- 17/02/2021
- Daniele Catozzella
INTRO: come funziona il meccanismo degli acquisti casuali presenti in molti giochi online e perché alcune ricerche parlano del rischio di condurre al gioco d’azzardo? Scopriamolo insieme.
Oggi un giocatore di videogiochi non è un semplice partecipante ma è, a tutti gli effetti, un cliente.
La gran parte dei giochi di successo (Hearthstone, Overwatch, Fortnite etc..) sono proposti senza alcun costo iniziale per poi sottoporre il giocatore ad una continua pressione verso l’acquisto.
Un fenomeno che riguarda anche famosi videogiochi che hanno un costo iniziale, come il popolare gioco di calcio Fifa.
Si tratta di un preciso modello di business, di cui ho parlato in I giochi free to play dei nostri figli non sono davvero gratis.
Uno dei sistemi di acquisto più diffuso nei giochi online è quello delle cosiddette loot box, “scatole bottino”, che da tempo sono oggetto di indagine all’estero e che, di recente, hanno visto intervenire anche il Garante italiano per la Concorrenza e il mercato
Le loot boxes, infatti, sembrano stimolare nei giocatori gli stessi meccanismi di dipendenza tipici del gioco d’azzardo.
Di che si tratta e cosa conoscere come genitori ed educatori?
Cosa sono le loot box
Le loot box possono avere le forme più varie (scrigni, bustine di carte etc…) e il “bottino” che il giocatore acquista può essere di vario genere e, a seconda del gioco, avere un valore di pura estetica del personaggio, di potenziamento nel gioco, o di sblocco di contenuti speciali.
Per i produttori di giochi online questo meccanismo di vendita permette di ottenere incassi milionari; infatti, il design del momento dell’apertura di una loot box è curato con attenzione e presentato con musica, animazioni e simboli che ne aumentano l’attrattività.
Tutto questo rende il momento dell’acquisto eccitante già in sé, e assicura un brivido intenso ancor prima dell’apertura.
La ricerca di questa euforia è pari a quella di una scommessa ed è affidata interamente alla fortuna?
Loot box: dipendenza e azzardo?
Io stesso, quando ho iniziato ad interessarmi a questo tema, mi sono spesso chiesto: ma le figurine in edicola che compravo da piccolo non funzionavano alla stessa maniera?
Poi, però, mi sono reso conto che non è la stessa cosa.
Quando ci troviamo in un’edicola, in un supermercato, la nostra consapevolezza di essere in un luogo che nasce per gli acquisti è piena.
Guardandoci intorno e leggendo le offerte siamo pronti a calcolare i benefici dell’acquisto e a ragionare sul suo senso rispetto ai nostri desideri e necessità.
All’interno di un videogioco, in particolare per i più piccoli questa consapevolezza dell’acquisto è più sfumata nonché sottoposta ad una serie di diverse pressioni psicologiche in particolare nel confrontarsi con gli altri giocatori in multiplayer.
Quello che alcune ricerche hanno evidenziato è come la casualità di questi acquisti possa creare nel cervello del giocatore lo stesso meccanismo di una scommessa, proprio come un gratta e vinci di cui; se ci pensiamo, è proprio la casualità e la completa indeterminatezza del premio a renderlo attraente.
Questo meccanismo è ben conosciuto dalla scienza perché alla base della dipendenza ovvero la perdita del controllo, in questo, caso sugli acquisti, nella ricerca “drogata” di dopamina per il cervello.
Il garante italiano e le loot box
Un po’ in ritardo rispetto ad omologhi europei, che sul tema sono intervenuti con multe, sanzioni e limitazioni in ultimo in Olanda), anche il Garante italiano per la Concorrenza e il Mercato si è mosso nei mesi scorsi.
Con un documento ha imposto, dopo un’attenta analisi del sistema di loot box presente in tre popolari giochi (Fifa, Overwatch ed Hearthstone) di chiarire in modo più trasparente la presenza di acquisti nel gioco casuali, le loot boxes appunto.
Il Garante ha inoltre imposto di cambiare la dicitura presente sugli store da “gioca gratis” a “scarica gratis”, un piccolo dettaglio lessicale segno di una nuova attenzione al mondo dei giochi online da parte delle Istituzioni.
Tra queste anche il sistema europeo di valutazione dei giochi PEGI inserirà, nei prossimi mesi, una specifica icona ad indicare la presenza di acquisti randomici in un gioco.
Genitori, loot box e videogiochi: che fare?
Al momento, in particolare in Italia, le Istituzioni si stanno concentrando più sugli aspetti informativi e di trasparenza nei giochi online.
Da questo punto di vista è forse più apprezzabile la Cina, che impone già oggi nei videogiochi con loot box l’indicazione chiara della percentuale di vincita di un oggetto.
Resto, però, convinto che:
Il rischio di dipendenze e gioco d’azzardo nei più piccoli non nasca per colpa delle loot box nei videogiochi.
Il rischio, come per le tante altre attività del mondo digitale, nasce se il bambino o il ragazzo è completamente solo nel vivere la sua esperienza.
Per questo, più che vietare i videogiochi è essenziale, a seconda dell’età di nostro figlio:
mantenere la nostra presenza fisica o di attenzione e partecipazione alla/nella vita digitale di nostro figlio.
Tre step che secondo me possono essere utili quando parliamo di videogiochi:
- Informiamoci sul gioco anche utilizzando strumenti utili come l’immenso database di recensioni e valutazioni di Common Sense Media, l’italiana Mamamò o il sito del PEGI europeo.
- Creiamo con nostro figlio l’account e le prime impostazioni e dove previsto, ormai quasi su ogni console o smartphone impostiamo insieme il parental control con il limite o il blocco agli acquisti;
- Giochiamo, passiamo del tempo, con nostro figlio, per questo potete utilizzare le tecniche che ho proposto nell’infografica che ne pensate?
Quali sono le vostre esperienze in famiglia con i videogiochi?
Scrivetemi o raccontatelo nei commenti e non dimenticate di iscrivervi alla newsletter.
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