Facciamo chiarezza: Fortnite è un rischio per i bambini?

Intro: Fortnite è un videogioco che sembra ormai aver rapito i nostri figli disposti a regalare al celebre gioco tutto il loro tempo libero e spesso non solo quello. Ma Fortnite è un rischio? Cosa è importante conoscere come genitori di questo gioco?

Nel mio lavoro incontro molti genitori che mi raccontano i loro problemi quotidiani con l’educazione dei figli.

Da qualche tempo molte delle loro domande riguardano Fortnite, un videogioco della Epic Games dal successo planetario che sembra inarrestabile ed è uno dei simboli principali delle sfide da affrontare come genitori nel 2020.

Fortnite è un rischio? Questa è la principale domanda che mi viene rivolta; molti genitori sono preoccupati da un videogioco che ha monopolizzato completamente gli interessi di bambini e ragazzi.

In un articolo molto interessante apparso sul New Yorker di Nic Paumgarten noi genitori troviamo descritte le stesse sensazioni che i genitori mi riportano con le loro domande:

Le mode del gioco vanno e vengono: Cubo di Rubik, Dungeons & Dragons, Angry Birds, Minecraft, Clash of Clans, Pokémon Go. Ciò su cui le persone sembrano concordare, che si tratti di giocatori esperti o di papà stupidi, è che intorno a Fortnite sta emergendo qualcosa di nuovo, una sorta di incontro sociale di massa, aperto a una gamma molto più ampia di persone rispetto ai giochi precedenti. (traduzione)

Sono convinto che non si sbaglia nell’osservare nel successo di Fortnite qualcosa di diverso dai precedenti videogiochi di successo degli ultimi anni e che quindi sia legittimo chiedersi se Fortnite è un rischio per i nostri figli.

Fornite è un rischio se noi genitori decidiamo di ignorarlo, di pretendere di gestirlo e controllarlo senza conoscere i suoi aspetti di base.

Il videogioco è costruito in ogni sua parte per catturare i più giovani in ogni elemento: la grafica, i suoni, le modalità tecniche del gioco e il sistema multiplayer che permette ad ogni partita la partecipazione di 100 giocatori.

Per saperne di più Ido Lechner ha descritto, secondo me in modo esemplare, le 10 ragioni che rendono Fortnite desiderabile e cosa si può imparare da questi. (testo inglese)

Fortnite è un rischio come ogni altra esperienza digitale se continuiamo a sottovalutare l’importanza dell’educazione digitale in famiglia.

Questo videogioco multiplayer è un’altra delle tante esperienze che i nostri ragazzi fanno nella loro vita digitale quotidiana ed ognuna di queste esperienze cresce il cittadino digitale di domani.

E’ essenziale per noi genitori accettare la sfida cominciando a comprendere quanto sia importante coltivare la loro libertà in rete e farlo con i loro linguaggi.

Perché, ad esempio, non provare a giocare con i nostri figli ai videogiochi come ho proposto in questa infografica o non utilizzare le tecniche che ho proposto nel video su come e perché leggere una privacy policy insieme ai nostri figli.

Ho voluto con il video che segue provare a rispondere ad alcune delle domande che come genitori ci poniamo su Fornite e in basso trovate anche la trascrizione del testo del video.

Se avete altre domande scrivetele nei commenti e proverò a rispondere oppure raccontate la vostra esperienza in famiglia e provate a rispondere, dal vostro punto di vista alla questa domanda: Fortnite è un rischio?

Questo video è parte della campagna Non perdere il Controller con la quale sto approfondendo il valore che i videogiochi possono avere come strumento educativo in famiglia.

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Trascrizione del video: Fortnite è un rischio per i bambini?

  1. Perché questo gioco è così popolare? 

Sempre più spesso nel mio lavoro molti genitori mi chiedono informazioni su Fortnite. Il successo di Fortnite, che conta oltre 250 milioni di giocatori, è dato dalla combinazione di più elementi: una grafica da cartoon accattivante, una modalità di gioco fatta di attacchi e costruzioni, la possibilità di giocare in squadre numerose e l’essere gratuito e costruito in modo che sia divertente giocarlo quanto guardarlo
  1. Quanto dura davvero una partita?

Anche se ci sembra che i nostri figli ci giocano un’intera giornata, una partita di Fortnite coinvolge contemporaneamente fino a 100 giocatori e non supera i venti minuti, quindi c’è tutto lo spazio per delle regole di tempo. (leggi anche come gestire il tempo dei tuoi figli davanti agli schermi)
  1. Perché tutto questo “shoppare”?

I guadagni di Fortnite arrivano tutti dallo shopping dei giocatori. Tutto nel gioco spinge a comprare, ci sono rapidi timer per le offerte di oggetti incredibilmente rari e spesso gli stessi giocatori nelle chat di gioco prendono in giro chi indossa un abito di base del gioco. (leggi anche 4 cose da sapere sui negozi virtuali nei videogiochi-infografica) Certo per evitare acquisti indesiderati si può utilizzare il controllo parentale inserendo la vostra mail anche se, senza un dialogo in famiglia, questo controllo servirà a poco. (leggi anche contenuti inappropriati: parlarne in famiglia)
  1. Gli altri giocatori online sono pericolosi?

Non bisogna pensare che le relazioni virtuali, comprese quelle in un videogioco, siano necessariamente dannose, pensiamo a quelle di noi genitori sui social; in Fortnite molti ragazzi chattano con i propri compagni di classe ad esempio. (leggi anche giochi online: tre cose da sapere come genitori) È importante però che si parli in famiglia dei rischi e di come segnalare comportamenti inappropriati di altri giocatori.
  1. Tutto questo giocare non lo farà “stupido”?

Giocare ai videogiochi non è dannoso e i famosi casi di dipendenza sono fortunatamente molto rari. Prima di pretendere dai nostri figli una migliore gestione del tempo digitale diamo noi per primi l’esempio e soprattutto diamo loro delle alternative reali di svago. (leggi anche 4 idee per essere genitori digitali – video) Scopri le attività pratiche dedicate alla famiglia di Educare Digitale come il Generatore di Regole per lo Smartphonee e il Gioco dell’Oca. Iscriviti alla newsletter e segui il blog sulla pagina Facebook. A presto!

Ci sono 12 commenti

  1. DiegoDF

    Mio figlio ha 10 anni e da qualche mese ha conquistato la possibilità di giocare a Fortnite. Complice la quarantena da Coronavirus si lamentava di essere escluso dagli amici che giocavano. Quello che più mi preoccupa non è tanto il tempo che trascorre giocando, che gli viene contingentato, quanto il fatto che pare non avere altro in testa dal risveglio dl mattino all’andare a dormire la sera, nonostante tutti i nostri sforzi di dargli opportunità alternative anche di incontro (a social distanza) con compagni e amici. Cerca il contatto solo di persone con le quali può parlare di Fornite. Lo stesso vale per i suoi amici, ragazzi intelligenti e per nulla “psicologicamente deboli”. È un gioco totalizzante.

    1. Daniele Catozzella

      Grazie Diego per la condivisione della tua esperienza con Fortnite nella tua famiglia. Un’esperienza che conferma come questo videogioco stia introducendo già da qualche anno tanti nuovi elementi capaci di catturare in modo “totalizzante” in particolare i più piccoli.

  2. Alessandro L

    Non sei il solo Papà purtroppo Diego….
    Ritengo sia uno strumento molto pericoloso specialmente per chi con questo gioco viaggia attraverso fantasie al limite…anche io da Papà sono molto preoccupato, questo Covid-19 non ci ha davvero aiutato e spero possa presto teminare questo periodo di grande attaccamento ai videogame….
    Dal canto mio cerco (per fortuna riuscendo) di spronarlo a fare altro…bicicletta, pallone, mare, montagna, freesbee, scacchi e vari giochi da tavolo, ma al termine di tutto la sua testa torna sempre lì….

    1. Daniele Catozzella

      Grazie Alessandro per il racconto della tua esperienza. Fortnite è stato costruito e si sta implementando ogni giorno di più come un parco divertimenti in cui in particolare i più piccoli possono perdere facilmente la consapevolezza della distinzione tra un’attività reale e una virtuale. Credo che sia il tempo di rivalutare l’età, attualmente a 12 anni, suggerita per il gioco. A presto e grazie ancora!

  3. paolo omero

    Buon Giorno,
    sono il padre di Martino Omero, 12 anni appena compiuti.
    Come tutti nella sua classe gioca a Fortnite. Di solito i genitori non ne sono particolarmente contenti ma credo che in generale si sottovaluti quanto questo possa essere utile alla formazione digitale dei ragazzi.

    Grazie solamente a Fortnite Martino:
    – ha imparato l’inglese seguendo vari youtuber (su Fortnite o tutorial su Premiere PRO)
    – ha imparato a modellare schede in 3D con Blender per fare le copertine dei video di Youtube ed è stato intervistato da Blender Italia.
    – ha iniziato ad usare Premiere Pro con molti plug sofisticati (come Sapphire)
    – ha un canale in cui pubblica dei video che migliorano ogni giorno
    – ha usato un sistema di Machine Learning per cambiare lo stile di alcune Clip applicando lo stile pittorico di alcuni quadri

    Mia moglie ed io siamo contentissimi.
    Grazie Fortnite!

    Penso che molti ragazzi della sua età stiano cercando di approcciare Premiere PRO con l’intento di montare video per Youtube.
    Se vi interessa parlare con mio figlio Martino o vedere i video che fa (guardate gli ultimi) questo è il suo canale:
    https://www.youtube.com/channel/UC6fcF-MzgHOBY6sY7iFZ48g

    Fa tutto da solo, impara da youtube. Nessuno lo ha mai aiutato.

    Vi ringrazio.
    Paolo Omero

    1. Daniele Catozzella

      Ciao Paolo, grazie per il tuo commento e per il condividere con la comunità di educare digitale la splendida esperienza di tuo figlio Martino e del suo bellissimo canale. Sono assolutamente d’accordo con te sull’utilità del mondo dei videogiochi, troppo spesso criticato in modo pregiudiziale da genitori e docenti. Come ho descritto in tanti articoli è in realtà un punto di partenza perfetto per parlare con i ragazzi del digitale, scoprire con loro nuove competenze e, sopratutto, crescerli come cittadini digitali. Grazie, a presto!

  4. Sara

    Dunque ma a nessuno viene in mente che:
    i bambini hanno capacità psichiche differenti dagli adulti e questo gioco ne influenza molti aspetti psichici e comportamentali, in primis la loro capacità di analisi e soluzione dei problemi reali , che non viene aumentata dal prendere decisioni veloci, ma condizionata dal poter fare cose irreali.

    Per non parlare poi della pianificata induzione all’estetica, all’apparenza ed al consenso sociale come valori accentranti , attorno a cui far ruotare l’esistenza.

    E’ allucinante sentire bambini di 10 anni o meno, cosa che mi è capitata spesso, che non sanno parlare se non in linguaggio da gamer, e che si insultano se uno di loro non gira coi vestiti di marca o trandy.

    Si parla di “libertà dei bambini in rete” e mi viene da dire ” Ma siamo matti??” Bambini e ragazzi al di sotto dei 13 anni neppure dovrebbero averlo un social! E questo per limiti di legge! Soprattutto i bambini non andrebbero MAI lasciati da soli davanti alla rete!!

    Aggirare il parental control purtroppo è possibile in molti modi e ciò diventa evidente quanto più avviene accidentalmente. Inoltre i bambini non andrebbero lasciati soli soprattutto perchè NON HANNO LE CAPACITà DEGLI ADULTI. Spesso non sono consapevoli degli effetti di ciò che pubblicano nè dal punto di vista emotivo( effetti sugli altri) nè tantomeno di quelli legali( (cessione dei diritti di proprietà di immagine , e di informazione).

    Inoltre incoraggiare a vivere una vita attraverso il virtuale non è solo sbagliato , è a mio parere, riprovevole!
    Abituati a costruire un identità fittizia sui social, a parlare con faccine e frasi comunque accettate dove critica e competenza sono ormai bandite , a vivere solo se si è visibili; gli psicologi rilevano ormai da decenni la sempre maggiore incapacità delle persone di svolgere una vita con rapporti fatti di dialoghi ,emozioni e relazioni reali e complesse.

    Per non parlare poi delle capacità cognitive!
    I videogiochi sono comprovatamente, oltre che generatori di dipendenza, fattori che incrementano l’iperattività, e che compromettono capacità riflessive , di attenzione prolungata ed inibizione dello stimolo.

    Sicuramente il covid ha indotto ad un notevole ripiego sulle attività virtuali, ma socializzare usando un
    tramite così competitivo, aggressivo , totalizzante e pervasivo quale Fortnite è non mi pare certo un evento positivo.

    Io non credo che i videogiochi vadano demonizzati, ma preferirei che l’aggregazione e l’acquisizione di nuove competenze fosse incentrata su un’organizzazione più cooperativa e positiva del gioco, non su uno spara e ammazza.

    1. Daniele Catozzella

      Ciao Sara, grazie per aver condiviso le tue preoccupazioni e il tuo punto di vista. Ci sono vari aspetti dell’impatto del digitale nei bambini e nei ragazzi che affronti nel tuo commento. Mi spiace che “liberi in rete” tu l’abbia inteso come un “liberi tutti”, si tratta in realtà di tutelare realmente noi adulti ed i bambini in rete facendo in modo che la loro consapevolezza unita a pratiche corrette da parte delle piattaforme digitali generi un uso positivo delle rete. Rispetto ai tanti dati che citi sulla dipendenza o sulle incapacità relazionali vorrei avere anche io la serenità di ricerche che mi permettano di prendere una posizione netta, ma personalmente non ne conosco. Sono d’accordo con te: i bambini non vanno lasciati soli nella rete ed ogni articolo di questo blog prova a stimolare i genitori e i docenti a fare la loro parte. Grazie ancora per aver espresso il tuo punto di vista, resto a tua disposizione.

  5. BEATRIZ PEREIRA DA SILVA

    QUESTO GIOCO STA CREANDO DIPENDENZE E UN ALMENTO DEI ESORDI PSICHIATRICI IN ETA’ INFANTILE. BASTA CHE FATTE UN GIRO NEI OSPEDALI PSICHIATRICI E NELLE STRUTTURE DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE.

    NON SI PUO’ DIRE CHE SIA UN GIOCO DI ABILITA’ NECCESSARIE PER SVILUPPARE LA CRESCITA’ PSICO FISICA DI UN BAMBINO!!! SONO CENARI DI VIOLENZA, DI MORTE, AZIONI NEGATIVE CHE RIPPORTA AI GIOCATORI SOLO FEEDBECK NEGATIVI.
    RITENGO CHE I CREATORI POSSANO CREARE DEI CENARI PER LA PREVENZIONE E DI DARE DEI GIOCHI CHE FAVORISCONO DELLE INTERAZIONI SOCIALE BASATI DA UN BENESSERE E ARMONIA.

    CHI A CREATO QUESTO E ALTRI GIOCHI DOVREBBE FARSI AVANTI E CONTATTARMI PERCHE’ AVREI TANTI SUGGERIMENTI DA DARE PER COSTRUIRE UN NUOVO APPROCCIO ECUCATIVO E PER LA PREVENZIONE E SALUTE MENTALE.

    1. Daniele Catozzella

      Ciao, grazie per aver condiviso la tua opinione. Personalmente non ho riscontri scientifici su esordi psichiatrici dati da questo videogioco ma se ne hai inviameli sono molto interessato. Grazie, a presto

  6. paola

    Io sono la mamma di Laura che ha 8 anni
    Giocando a Fortnite ho detto: amore gioca a qualcos’altro perché Fortnite è davvero un RISCHIO per i bambini.
    Qualche giorno fa Laura si è resa conto che ci sono tante cose da fare piuttosto che restare incollata al computer

    1. Daniele Catozzella

      Ciao Laura, grazie mille per aver condiviso la tua esperienza. Sono d’accordo con te, i contenuti di Fortnite non sono adatti per l’età di tua figli: è un videogioco con una forte competizione di fondo, una forte spinta commerciale e di marketing e le esperienze in multiplayer con gli altri giocatori possono essere “aggressive” per una bambina di otto anni. A presto e grazie ancora della condivisione!

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